La Terra dall’Alba dei Tempi
Non so quando sono nata.
Da sempre ricordo il calore del sole sulla pelle
coperta di praterie, distese d’acqua, boschi
e viola che, titaniche, resistono agli strali infuocati.
Tempo fa fecero di me una statua di pietra e calce; animali
e uomini cominciarono a danzare dentro, intorno a me.
Io faccio il mio lavoro; quando la luna mi cosparge di levità striate
di luce e ombre, sprofondo nel sonno o mi risveglio
in albe che profumano di nuove nascite.
Perché la vita scorre dalla mia bocca di pietra,
dal mio corpo eroso, da tutti i pori che assorbono
linfa e la dispensano su spartiti di musica che il vento
trasporta ad ogni latitudine in lembi di cielo, melodie
con il sapore di felicità che indugia in gola, il profumo
che stordisce la mente.
Io sono spazio e tempo, ma negli squarci che solcano
il mio volto, scorre il tormento del tempo
e il mio corpo è una sbiadita effigie di quella che ero.
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The Earth since the Dawn of Time
I don't know when I was born.
I felt, still feel the warmth of the sun on my skin
covered with grasslands, expanses of water, woods
and crystalline crusts of glaciers with emerald
and purple veins that, titanic, resist to fiery javelins.
Long ago they made me a statue of stone and lime;
animals and men started dancing inside, around me.
I still do my job; when the moon sprinkles me with levity streaked
with light and shadows, I sink into sleep or wake up
in sunrises that smell of new births.
Because life still flows from my stony mouth,
from my eroded body, from all the pores
that absorb life and dispense it on scores of music
the wind carries to every latitude in sky strips, melodies
with the taste of happiness lingering in the throat,
the scent suffusing the mind.
I am space and time, but in the gashes that furrow
my face, the torment of time flows
and my body is just a faded effigy of what I used to be..
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